Introduzione a Python
Python è un linguaggio di programmazione ad alto livello, versatile e intuitivo, noto per la sua sintassi semplice e leggibile. È stato creato da Guido van Rossum nei Paesi Bassi, alla fine degli anni ’80, e rilasciato per la prima volta nel 1991.
Van Rossum sviluppò Python con l’obiettivo di creare un linguaggio che fosse facile da imparare ma abbastanza potente da essere utilizzato in ambiti professionali. Il nome “Python” non deriva dal serpente, bensì dal gruppo comico britannico “Monty Python”, del quale van Rossum era un grande fan.
Python è cresciuto rapidamente in popolarità grazie alla sua chiarezza sintattica, alla vasta comunità e alla ricchezza delle librerie disponibili. Oggi è uno dei linguaggi più usati al mondo, impiegato in numerosi settori tra cui sviluppo web, data science, intelligenza artificiale, automazione, e cybersecurity.
Negli anni, Python ha visto diverse versioni importanti: la transizione da Python 2 a Python 3 (rilasciato nel 2008) ha segnato un’evoluzione significativa nella struttura del linguaggio, migliorando la gestione dei testi, delle eccezioni e molte altre funzionalità.
Grazie alla sua filosofia “There should be one—and preferably only one—obvious way to do it”, Python continua a essere uno strumento potente sia per principianti sia per sviluppatori esperti.
Elementi principali di Python
Python non è soltanto un linguaggio di programmazione, ma un vero e proprio ecosistema completo per lo sviluppo software. Questo ecosistema include:
- L’interprete: un programma capace di analizzare la sintassi del codice e di eseguire, passo dopo passo, le istruzioni contenute nei programmi.
- L’IDE (Integrated Development Environment, ambiente di sviluppo integrato): uno strumento che combina un editor di testo per scrivere codice, una console interattiva per testare comandi in tempo reale e un debugger per individuare e correggere eventuali errori.
- La libreria standard: un insieme di moduli e funzionalità disponibili in tutte le installazioni di Python, utili per gestire operazioni comuni come file, date, dati numerici, e molto altro.
- Le librerie aggiuntive: pacchetti esterni che ampliano le potenzialità di Python, installabili in base alle esigenze specifiche del progetto (come ad esempio per l’analisi dei dati, il machine learning, lo sviluppo web, ecc.).
- La community: una rete globale di sviluppatori, appassionati e aziende che contribuiscono attivamente allo sviluppo di Python, alla creazione di risorse, e al supporto reciproco.
Il funzionamento interno dell’interprete Python
Python è un linguaggio interpretato, anche se per certi aspetti può essere considerato una via di mezzo tra linguaggi interpretati e compilati.
Quando si esegue un programma Python, il codice sorgente viene prima compilato in bytecode, un linguaggio macchina “virtuale” che non viene eseguito direttamente da un processore fisico, ma da una macchina virtuale (virtual machine). Questa fase di precompilazione consente di velocizzare le esecuzioni successive, in quanto evita di dover tradurre nuovamente il codice ogni volta.
L’interprete Python, quindi, è composto da due componenti principali: un compilatore che trasforma il codice sorgente in bytecode, e una macchina virtuale che esegue quel bytecode. Il tutto avviene in modo completamente trasparente per l’utente, che non deve preoccuparsi di gestire queste fasi: basta eseguire il programma, e Python si occupa di tutto il resto.